Con: Nicola Benussi e Stefania Bertola
Regia: Nicola Benussi
Scenografia: Andrea Coppi
Costumi: Giacomo Sega, Anna Zampieri
Tecnica: Dylan Mezzanotte, Martina Bovo
Produzione:Compagnia teatroBlu e La Quinta Danza
Genere: spettacolo per le famiglie
Tecnica utilizzata: teatro di narrazione|teatro danza
C’è un padre che in mezzo a una bufera di neve raccoglie una rosa rossa.
C’è un’orribile Bestia che impone un patto: il padre deve portargli al castello la figlia più giovane, solo così gli avrebbe risparmiato la vita.
C’è una figlia dolce e gentile e Bella che per amore del padre sceglie di accettare il patto.
C’è uno specchio incantato che permette di guardare lontano.
C’è una promessa di ritorno che viene infranta.
C’è un finale che racconta …
Una storia sulla diversità e sulla necessità di sapere andare oltre le apparenze per guardare con sguardo rinnovato questa realtà in continuo divenire.
La storia di Bella che a causa di un atto d’amore del padre sceglierà, sempre per amore, di vivere in un palazzo con una bestia orrenda, e ancora per amore scoprirà che il “diverso” può essere solo un’apparenza che può nascondere qualcosa di meraviglioso. Una storia d’amore quindi e anche di cambiamento. Lo spettacolo esalta la necessità di sapere affrontare le proprie paure, di sapere gestire le difficoltà di relazione con l’altro in maniera costruttiva e positiva. L’incontro e lo scontro con le sorelle, che vessano continuamente Bella mettendo in atto continue e fantasiose angherie, a cui lei saprà rispondere con coraggio e determinazione, ma evitando sempre lo scontro diretto. Nello spettacolo risaltano in modo significativo le relazioni, i rapporti e le modalità con cui esse vengono gestite. Dal punto di vista dello spettatore-bambino si apre una possibilità di identificazione sicuramente con Bella, ma anche con la Bestia, che lo può portare a una sensazione positiva nella gestione delle relazioni personali in cui si trova a vivere. La Bella e la Bestia affronta quindi diversi temi ed è strutturato drammaturgicamente in modo che essi compenetrandosi l’uno nell’altro restituiscano la complessità dell’esistenza ma in modo semplice e di forte impatto.
In scena un attore narratore e una danzatrice che utilizzano i loro linguaggi per creare una struttura aperta di racconto fortemente dinamica e in continuo mutamento. La parola del racconto, la parola detta dai vari personaggi e dagli oggetti che hanno un proprio linguaggio e il movimento muto ma comunicativo della danza collaborano per dare una struttura al racconto nuova, divertente e piena di sorprese.